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Instagram, aumento di ansia e depressione per il 32% delle adolescenti. Lo studio di Facebook (che vuole nascondere)

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Uno studio condotto negli ultimi tre anni da Facebook evidenzia come Instagram causa depressione e disturbi per il 32% delle ragazze adolescenti. Lo rivela il Wall Street Journal in una lunga indagine.

Instagram, il social network delle immagini per eccellenza, aumenta ansia e depressione negli adolescenti. A dirlo è proprio una ricerca interna di Facebook, la società che possiede la piattaforma, trapelata sul Wall Street Journal.

La ricerca

In particolare, secondo la ricerca interna, una giovane utente su tre sviluppa disturbi di percezione del proprio corpo, mentre altri ritengono che la piattaforma provochi loro angoscia e un aumento delle tendenze depressive.

Il Wall Street Journal ha ottenuto i risultati delle ricerche condotte da Facebook dal 2019 in poi, sul mondo in cui Instagram influenzi gli utenti più giovani. “Il 32% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando si sentivano male per il proprio corpo, Instagram le faceva sentire peggio”, secondo quanto riferito dai ricercatori. “I confronti su Instagram possono cambiare il modo in cui le giovani donne si vedono e si descrivono”, continua la ricerca. “Noi peggioriamo i problemi di immagine corporea per una ragazza adolescente su tre. Gli adolescenti incolpano Instagram anche per l’aumento di ansia e depressione“. E ancora: “Il 13% degli utenti britannici e il 6% di quelli americani hanno manifestato pensieri suicidi”.

Facebook minimizza gli effetti negativi del social

Lo studio condotto da Facebook negli ultimi anni consegna dunque un quadro allarmante sul ruolo di Instagram nella quotidianità degli adolescenti. Ma quel che spaventa di più è che il social “madre” sia a conoscenza dei limiti e della pericolosità della piattaforma e che la ricerca sia stata fin qui tenuta “segreta” nelle stanze di Menlo Park. Infatti lo studio non è stato reso disponibile per la ricerca pubblica o agli accademici e legislatori che ne avevano fatto richiesta.

In pubblico Facebook ha però sempre minimizzato gli effetti negativi dell’app, non ha permesso a studiosi esterni di visionare le sue ricerche e ha rifiutato di mostrarle ai regolatori che ne avevano fatto richiesta. “Quello che emerge dai nostri studi è che l’utilizzo di applicazioni social che consentono di connettersi con altre persone può avere benefici per la salute mentale”, ha affermato Mark Zuckerberg in un’audizione al Congresso dello scorso marzo.

Instagram e la versione per under 13

Nei mesi scorsi è anche trapelata la volontà della società di realizzare una versione di Instagram per ‘under 13’.

Il progetto sarebbe supervisionato da Adam Mosseri, capo di Instagram, e guidato da Pavni Diwanji, assunto da Facebook a dicembre che in precedenza ha lavorato per Google al progetto YouTube Kids, nonostante a settembre 2019, la Federal Trade Commission americana abbia inflitto a Google una multa di 170 milioni di dollari per aver raccolto dati dei minori su YouTube, senza il consenso dei genitori, per mostrare loro annunci rilevanti.

In un’intervista Mosseri ha dichiarato che i bambini chiedono sempre più spesso ai loro genitori il permesso di iscriversi su social network che usano i loro amici, in modo da sentirsi integrati e restare al passo coi loro coetanei. Questo giustifica il motivo della decisione presa da Facebook. Ma non è cosi. Se i bambini chiedono sempre più spesso ai genitori di poter avere un account su Instagram, assecondare quelle richieste potrebbe non essere la mossa più giusta da parte dell’azienda di Zuckerberg, che contribuirà così a catturare una fascia d’età che, invece, non dovrebbe essere incoraggiata all’uso dei social network.

Facebook ha acquistato Instagram nel 2012 per un miliardo di dollari. Oggi conta oltre un miliardo di iscritti, in buona misura adolescenti, il 40% degli utenti ha meno di 22 anni. Con la versione per under 13 il bacino di potenziali utenti potrà raddoppiare. Più utenti, più inserzioni, più incassi, più adolescenti depressi.